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Si definisce cavo, quando il piede presenta un appoggio a terra solo nella parte posteriore (tallone) e nella parte anteriore (dita), dovuto ad arcata plantare particolarmente alta ed anomala.
È una deformità che può essere congenita o acquisita (che compare dopo la nascita) e risulta anche più frequente del piede piatto; è quindi una condizione più comune di quanto si pensi… Generalmente si tollera bene.
Le caratteristiche generali di un piede cavo non sono solo il Cavismo (l’aumento del ponte o arcata plantare) ma frequentemente si associano deformità anche nella parte posteriore ed anteriore del piede:
- Varismo del retropiede: il tallone è deviato internamente.
- Avampiede equino addotto: la punta del piede è rivolta in basso (equino) e l’avampiede risulta angolato internamente rispetto all’asse del piede (addotto).
- Supinazione: il piede che tende a ruotare verso l’interno con appoggio sulla colonna esterna.
- Retrazione a griffe (o artiglio) delle dita: molto frequenti e caratteristiche di un piede cavo. È progressiva e contribuisce insieme alle rigidità articolari ad un ulteriore abbassamento (verticalizzazione) delle teste dei metatarsi e di conseguenza una metatarsalgia.
- Il piede cavo è un piede poco ammortizzato e presenta un sovraccarico della 1° e della 5° testa metatarsale con la presenza ipercheratosi plantari.
È una deformità che può essere presente sin dalla nascita in una forma IDIOPATICA nel quale vi è l’aumento dell’arcata plantare, ma l’assenza totale di una patologia. Oppure può essere legata a malattie GENETICHE (es. artrogriposi, piede torto), malattie NEUROMUSCOLARI ( come la malattia di Charcot-Marie-Tooth CMT, la malattia di Friederich o la spina bifida) in questo caso parleremo di piede cavo neurologico in cui il cavismo è condizionato da retrazioni osteoarticolari o delle parti molli, a livello dell’appoggio plantare.
Così come dobbiamo individuare delle forme POSTRAUMATICHE, a causa di fratture ossee, soprattutto al calcagno e alla sottoastragalica.
Come la causa del piede cavo può variare, così anche il suo trattamento lo adatteremo alle necessità del paziente.
Il trattamento definitivo è finalizzato ad assicurare un’ equilibrio nell’appoggio del piede che con una forma conservativa viene eseguita attraverso l’utilizzo di plantari, ortesi o calzature correttive.
Nel trattamento chirurgico, la scelta del tipo di intervento dipende dalla sua deformità, sono possibili correzioni a carico dei tessuti molli( es. fasciotomia, allungamento o transfer di tendini così come ricostruzioni legamentose) correzioni scheletriche (osteotomie) così come artrodesi quando le articolazioni risultano degenerate.
Sarà il vostro ortopedico di fiducia a consigliarvi il trattamento migliore.