Home » Piede Piatto
Il piede piatto rappresenta il motivo più comune di visita ortopedica nell’infanzia, in quanto è una deformità molto frequente nel bambino, che crea abbastanza preoccupazione ai genitori.
Prima di tutto è fondamentale chiarire che un piede piatto è normale fino ai 10 anni.
In assenza di patologie, si nasce con il piede piatto e si tratta di un normale fenomeno fisiologico.
Avere un piede piatto significa che morfologicamente il nostro piede presenta una riduzione della volta plantare (cioè dell’arco interno) e un valgismo del retropiede (cioè il tallone va verso l’esterno) con uno stato prevalente di pronazione (cioè di rotazione del piede all’interno) durante la deambulazione.
Solitamente il piede piatto nel bambino è asintomatico, ma può causare stanchezza o dolore locale dopo che il bambino ha svolto attività fisica.
È per questo che durante la visita specialistica ortopedica è importante differenziare un piede funzionalmente piatto (strutturato o rigido) da uno lasso o fisiologico.
In caso di piede piatto rigido bisogna escludere che il bambino non presenti patologie congenite (per esempio sinostosi tarsali o sindromi malformative complesse), malattie sistemiche che provocano lassità (Marfan, Ehlers-Danlos), così come patologie neuromuscolari (paralisi cerebrali infantili, miopatie, distrofie).
Se alla fine la causa è idiopatica (cioè sconosciuta) si può trattare la deformità, in modo conservativo, con l’utilizzo di plantari o calzature con rinforzi, senza dimenticarci e soprattutto sfatando un mito: “che i plantari non hanno nessuna finalità correttiva” ma solo antalgica e di sostegno dell’arco.
È quindi necessario associare altre opzioni terapeutiche come il riposo, modifica dell’attività fisica, crioterapia, ecc. per migliorare la sintomatologia del nostro piccolo paziente.
Di solito non è indicato l’intervento prima degli 8-10 anni e comunque ogni caso viene valutato in modo specifico e consensuale con la famiglia.
In caso di persistenza del dolore e davanti ad un quadro di piede piatto rigido si può ricorrere al trattamento chirurgico, la cui tecnica varia a seconda dell’età del bambino, della gravità e della localizzazione della deformità, con la possibilità di utilizzare una chirurgia mininvasiva (endortesi), osteotomie correttive o procedute a carico del tendine d’achille.
Scopo del trattamento chirurgico nel paziente pediatrico è quello di ridurre o eliminare il dolore, ridurre la deformità anatomica e di ripristinare una corretta biomeccanica del piede.